28/7/2010 ore 22.30
Ciao a tutti i viaggiatori reali e virtuali!
Credo che le mie gambe stiano per atrofizzarsi. Qui è talmente tutto a
misura d’auto che ormai 500m a piedi mi sembrano un’infinità! E pensare
che in Italia noi nemmeno la possediamo un’auto!
Innanzitutto vorrei tranquillizzarvi: la nostra avventura è cominciata
in maniera turbolenta, ma poi è filato tutto abbastanza liscio. Non sono
riuscita a scrivere perchè avevo arretrato di sonno e forse anche
problemi col fuso, in ogni caso la sera crollavo come un sasso,
nonostante i litri di caffè.
Dopo un’indigestione di divertimento consumistico a Disney World
(bellissimo e divertentissimo, ma che trappola mangia soldi!!), siamo
andati a bagnarci un po’ sulle rive dell’Oceano Atlantico e abbiamo
visitato l’insediameto più antico del Nord America (St. Augustine). Una
bella cittadina con un bel forte, piena di turisti americani pieni di
soldi (almeno a giudicare dalle ville con accesso diretto alla
spiaggia…).
Toccato un oceano, non ci resta che puntare dritti verso l’altro.
La tappa da St. Augustine a Pensacola è stata piuttosto lunghetta, però
il campeggio dove ci siamo fermati ieri sera era fantastico: in una zona
protetta (si accede con la tessera annuale dei parchi), un’isola di
sabbia tra la laguna e il Golfo del Messico, un luogo fantastico.
Stamattina abbiamo fatto il bagno sfidando il petrolio della BP. La
spiaggia era bellissima. Una sabbia bianchissima come zucchero, acqua
limpida e alla temperatura ideale, talmente fantastico che a furia di
stare a mollo ci siamo un po’ scottati, nonostante la protezione 25.
Questo sole non perdona. Mi sento come quei tedeschi o norvegesi che
vengono a fare il bagno nell’Adriatico e si ustionano, perchè non sono
abituati ad un sole così caldo. Purtroppo, nonostante l’apparenza
pulita, un po’ di petrolio deve essere rimasto nella sabbia, perchè ci
siamo trovati i piedi tutti intaccolati di una sostanza sospetta… che
crimine. Un paradiso rovinato.
Oggi abbiamo fatto un altro po’ di strada verso ovest, abbiamo lasciato
la Florida, attraversato Alabama e Mississippi, e siamo arrivati in
Louisiana, a New Orleans.
Ora alcune considerazioni generali.
Difficile, se non impossibile generalizzare. Non esiste il tipico
“americano”, però si possono individuare alcune tendenze diverse da
quanto vediamo in Europa.
Per prima cosa sono rimasta allibita dalla quantità di gente sovrappeso.
Non dico un po’ cicciotti, coi rotolini dell’amore, le maniglie, i
salvagenti… no… qui hanno direttamente le mongolfiere. Mi chiedo
sinceramente come possano condurre una vita, non dico normale, ma una
vita, ad esempio mi chiedo come possano espletare le proprie funzioni
fisiologiche (avranno gabinetti su misura?), lavarsi, ecc. Alcuni sono
costretti a muoversi su sedie a motore, la quantità di grasso è talmente
tanta che ormai ogni fattezza umana è persa, forse pensate che esageri,
ma credetemi, io penso siano degli alieni travestiti, perchè nessun
essere umano potrebbe vivere con tutto quel grasso. Avete presente
l’alieno lumacoso di guerre stellari? ecco… più o meno la forma è
quella. Forse l’invasione è cominciata da qua… Poveretti, non è bello
ridere delle disgrazie altrui, ma poi penso che sono diventati così a
furia di bibite gasate e altre schifezze. Nei supermercati gli scaffali
di cibi precotti, bibite, dolciumi sono enormi, quello della frutta e
verdura misero. Può darsi che non tutti i supermercati siano così… ma
quelli che ho visto io sì. E la quantità di schifezze contenuta nei cibi
anche più semplici è molto più alta che da noi. Impossibile trovare del
prosciutto senza polifosfati.
Il resto della gente è della più grande varietà. E’ bellissimo vedere
questo miscuglio di genti. Fino ad adesso abbiamo sempre incontrato
persone cordiali e gentili.
Altra considerazione: non hanno decisamente problemi di spazio. Le
autostrade hanno delle aiuole spartitraffico enormi. Alcuni veicoli
hanno delle dimensioni tali da risultare ridicole. Ho visto dei camper
immensi trainare fuoristrada. Delle auto di dimensioni abnormi guidate
da ragazzine. Cose dell’altro mondo insomma.
Per ora ho scritto abbastanza e vi ho tediato a sufficienza.
Un saluto
Nadia