Sentiero Geologico della Val Ravella

9 maggio 2004

Descrizione delle attività

1. Punto di partenza

Suddivisione in gruppi di lavoro e assegnazione dei compiti

Gruppo di lavoro: Cartelli Silvia, Comolli Paola, Costa Nadia, Rosso Carlo.

Ci è stata fornita una carta topografica della zona, fotocopiata ingrandita. Utilizzando la carta ingrandita, una copia della carta originale 1:25000, un righello e una bussola, abbiamo dovuto ricavare una serie di informazioni che elenco di seguito.

Metodo dell'orologio per individuare il Nord
  • Mettere l'orologio sull'ora solare (un'ora indietro rispetto a quella legale).
  • Allineare la lancetta delle ore con il sole.
  • La bisettrice dell'angolo formato dalla lancetta delle ore con quella dei minuti indica il Sud.

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2. Affioramento

Osservazione di un affioramento di rocce sedimentarie carbonatiche

Gli strati sono ben definiti: è una roccia sedimentaria.

Per capire la natura della roccia bisogna picconarla per togliere lo strato superficiale modificato dagli agenti atmosferici e versare alcune goccie di HCl: si formano delle bollicine (reagisce), quindi è di natura carbonatica.

Inclinazione e direzioni degli strati sedimentari

Utlizzando una bussola per rilievi geologici abbiamo calcolato inclinazione, immersione e direzione di questi strati.
 


L' inclinazione è l'angolo tra la superficie dello strato e il piano orizzontale e si misura con il clinometro lungo la linea di massima pendenza. L'inclinazione dello strato analizzato è di 30°.

L' immersione si ricava con la bussola appoggiata nella direzione di massima inclinazione, ma messa orizzontale. L'immersione indica verso che punto cardinale si "immerge" lo strato, ovvero la pendenza massima rispetto al Nord. Per lo strato considerato risulta di circa 340°N (si misura in senso orario dal N).

La direzione è perpendicolare all'immersione. Si indica rispetto al Nord, quindi non 340°-90°, ma 40°+90°=430°=70°. La direzione dello strato considerato è di 70°N.

Riconoscimento di varie forme di Felci

Sulla roccia si possono osservare piccole felci con spore mature del genere Asplenium (foto a sinistra).

Osservando con la lente si vedono i sori aperti con le spore dentro. I sori sono astucci che contengono le spore.

Lungo il cammino abbiamo trovato molte altre felci con spore mature e le abbiamo osservate con la lente.

La "Mitra di Papa", ad esempio, è una felce con spore "rugginose" che sembrano depositi, strisce di ruggine (quella nella foto a destra è senza spore).

 

Le felci hanno bisogno di un clima umido e stabile, se in un determinato posto c'è una grande percentuale di felci sul totale di tutte le piante, significa che il clima è umido e più stabile che in altri posti con meno felci.

Nelle felci le "foglie" sono lo sporofito. Il gametofito è lungo 2-3 mm ed è infossato nella terra umida. Si trova solo nella stagione giusta e con molta difficoltà.

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3. Muschi, edera e frassino

Briofite: Muschi

Nel muschio è visibile il gametofito (le "foglioline") e lo sporofito (è formato dai "fili" che sporgono dal "tappeto" di gametofito).

Eterofillia delle foglie di Hedera helix

L'edera (Hedera helix) ha, sulla stessa pianta, foglie di forma diversa. Le foglie hanno lo stesso genotipo, ma diverso fenotipo, a seconda se sono all'ombra, lontano dal punto di fioritura, o al sole, vicino al punto di fioritura. Questo fenomeno è detto eterofillia.

Riconoscimento di Dicotiledoni/Monocotiledoni

Monocotiledoni: le parti del fiore sono in genere in numero di 3 o multipli di 3. Le foglie presentano nervature parallele

Dicotiledoni: le parti del fiore sono in genere in numero di 4 o 5 o loro multipli. Le foglie presentano una nervatura centrale da cui si staccano diverse nervature laterali (nervatura retinervia).

L'edera è una dicotiledone (ha foglie retinervie).

Anche le Crocifere sono dicotiledoni: hanno fiori con 4 petali e foglie con nervatura retinervia.

Le Crocifere (Brassicaceae) sono molto diffuse nella regione mediterranea, sia come piante coltivate (ad esempio cavolo, broccolo, senape, rucola) sia come piante selvatiche. Si riconoscono facilmente per via dei fiori formati da 4 sepali e da 4 petali alternati e disposti a croce. I fiori, ermafroditi, sono riuniti in grappoli o corimbi.

Azione degli insetti sulle foglie

Abbiamo osservato un frassino con le foglie bucherellate perché attaccate dagli insetti (adulti di coleotteri larve di farfalle).

Le foglie contengono alcaloidi che fanno diventare tossica e repellente la foglia per cui gli insetti non possono mangiarne quantità eccessive per non intossicarsi.

In un ambiente naturale gli insetti erbivori vengono controllati dagli insettivori.

Molti dei buchi sulle foglie potrebbero essere stati prodotti da Geometridi: camminano a "compasso", sono bruchi di una farfalla notturna.


SCHEDA: ALBERI ATTACCATI DAI FITOFAGI

Osservare le foglie di un cespuglio o di un albero (nocciolo, olmo, frassino, acero o altra latifoglia) per accertare la presenza di foglie bucherellate dagli insetti o con i margini rovinati.

Sulle foglie o presso le gemme terminali si possono trovare delle strane escrescenze più o meno colorate: sono le galle (tumori della pianta provocati dalla puntura di vespe, moscerini, coleotteri o da nematodi galligeni). Sono frequenti soprattutto sui cespugli di rosa, sulle foglie di faggio e sulle radici delle querce. La scienza che studia le galle si chiama cecidiologia.

Assegnare 1 punto alle foglie poco danneggiate, 3 punti a quelle mediamente danneggiate e 5 punti a quelle molto danneggiate.

Valutare (con numeri assoluti o percentuali) le foglie danneggiate secondo il livello del danno. Moltiplicandoli per i punti di cui sopra si ottiene una stima globale del danno sofferto dalla pianta in esame.

Ripetere il tutto dopo un mese o due, a stagione più avanzata, allo scopo di verificare l’eventuale continuazione dell’attacco da parte degli insetti. Confrontare i dati.

Spiegazione: A seconda dei casi, i responsabili dei danni alle foglie sono principalmente larve o adulti di coleotteri, oppure larve (bruchi) di lepidotteri (spesso farfalle notturne della famiglia Geometridi).

Considerazioni biologiche. Molti insetti fitofagi (= divoratori di piante) divorano le foglie intaccandole con l’apparato masticatore (mandibole). Foglie bucherellate, o comunque rovinate in questo modo, sono comuni sia in natura (perfino nelle foreste tropicali), sia nei campi coltivati. L’uomo difende le proprie piante mediante insetticidi, la natura mediante sostanze tossiche o insetticide sintetizzate dalle piante stesse. Per esempio, le foglie di molte piante aromatiche (salvia, prezzemolo) e delle Solanacee (tabacco, pomodoro, patata) contengono sostanze velenose che le difendono dagli insetti (anche se non da tutti). Senza sostanze tossiche o comunque repellenti, le foglie delle piante verrebbero attaccate ancor più dagli insetti e dagli altri erbivori.

Per il riconoscimento sul campo delle malattie delle piante si veda: Atlante delle malattie delle piante, ed. Muzzio, Padova.

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4. Slumping

Lo "slumping" è una frana, uno slittamento di sedimenti sottomarini, poi litificati. È un calcare con nodi di selce

Si osservano strati geologici inclinati tra cui strati carbonatici (chiari, reagiscono all'HCl) e silicei (selce) quasi neri e molto più duri se si picchia col martelletto.

La selce (foto a destra) non reagisce all'acido cloridrico e ha frattura concoide.

Frana sottomarina "SLUMPING" (slittamento di sedimenti marini --> strati geologici inclinati) Si osservano strati carbonatici più chiari e silicei (selce) quasi neri e più duri se si picchietta col martello.

Nei dintorni dello slumpig si possono osservare dei maggio-ciondoli (sono leguminose come il trifoglio e l'acacia) e dei noccioli.

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5. Boschetto di larici

Il larice (Larix decidua) è l'unica conifera delle nostre regioni che perde le foglie durante l'inverno, è una pianta decidua. Ha ramificazione monopodiale e frena poco la luce (eliofilo). Il larice ha pigne molto piccole.

Sotto ai larici si possono osservare molte delle loro piccole pigne cadute. Conifera significa portatrice di coni (le pigne).

Struttura dei tronchi: monopodiale nelle conifere o simpodiale altrove

Le conifere hanno il tronco principale da cui si dipartono i rami (ramificazione monopodiale).

 

Ramificazione simpodiale: in quasi tutte le angiosperme.

Microstruttura dei fiori (gialli) delle Composite (o Asteracee)

Bellis perennis è la comune pratolina. È una pianta perenne erbacea, la parte perenne è il rizoma sotterraeo il quale produce delle radichette dalla sua parte inferiore e delle gemme dalla sua parte superiore, da queste ultime si riforma la porzione esterna.

La pratolina è una Composita. La margherita è in realtà un'infiorescenza, i fiori sono quelli gialli dentro. Se si osservano con la lente si può notare che ogni "puntino" giallo è un fiore completo con stami, pistilli, petali.

Anche il "fiore" del dente di leone (o tarassaco o soffione) è in realtà un'infiorescenza. "Smontando" il fiore si vedono le "barbule" bianche che formeranno il frutto (il soffione è composto da tanti frutti).

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6. Massi

In questo punto si trovano alcuni grandi massi di varia origine disposi sul bordo del sentiero. Alcune di queste rocce erano già presenti nella valle, altre sono state portate qui al fine di realizzare un percorso didattico più completo.

Sono massi provenienti dal disgregamento di rocce ignee (graniti) e metamorfiche.

Riconoscimento dei principali tipi di roccia (con HCl)

Abbiamo cercato di riconoscere la natura e l'origine geologica delle varie rocce, tenendo conto che i massi sono stati alterati in quanto trasportati dal fiume. Bisogna scalpellare per vedere la superficie fresca, osservarla con la lente per individuere eventuali cristalli e provare la reazione con HCl.

Per il riconoscimento abbiamo utilizzato alcune tavole che ci sono state fornite.

SCHEDA: ROCCE CALCAREE/SILICEE

  • Versare qualche goccia di acido cloridrico, solforico, acetico o altro, sopra un sasso o sopra la conchiglia (calcarea) di un mollusco.
  • Osservare (o ascoltare) se si formano bollicine.

Risultato: Se la roccia è calcare, dolomia, arenaria o marmo, si formano bollicine; se è silicea (granito, porfido, gneiss) esse non si formano.

Spiegazione: L’acido cloridrico (HCl) si combina con il calcare (CaCO3) formando cloruro di calcio (CaCl2), acqua (H2O) e bollicine di anidride carbonica (CO2). Le rocce fatte essenzialmente di silice (SiO2) non reagiscono con l’acido.

Considerazioni biologiche: Un terreno che sovrasta rocce calcaree tende ad avere un pH elevato, ad essere ricco di lombrichi e di altri organismi utili al metabolismo del suolo. Inoltre ospita numerose chiocciole (il cui guscio è calcareo). Viceversa un terreno siliceo presenta un pH acido ed è povero di lombrichi e di chiocciole col guscio.


SCHEDA: RACCOLTA DI ARTROPODI (per capire che tutto è pieno di animali)

  1. Raccolta in zona forestata o arbustiva:
    • Stendere un ampio telo, lenzuolo o asciugamano bianco sotto un folto cespuglio o sotto il ramo basso di un albero.
    • Scuotere il ramo per almeno 10 secondi nel modo più violento possibile, battendolo eventalmente con un bastone, in modo da far cadere la fauna. Ripetere l’operazione con altri rami.
    • Togliere dal telo foglie e detriti; osservare e raccogliere tutto ciò che si muove.
  2. Raccolta in terreno con pietre:
    • Sollevare almeno una decina di massi o grosse pietre infossate nel terreno.
    • Osservare e raccogliere la fauna sottostante e quella aderente alla pietra. Conservare parte del materiale per le successive osservazioni al microscopio.

Risultato: Dal fogliame cadono ragni, opilioni, cavallette e altri ortotteri, coleotteri, bruchi di lepidotteri (tra i quali molti Geometridi), formiche, afidi, e altri artropodi.

Sotto le pietre si trovano ragni, coleotteri, centopiedi e altri chilopodi, millepiedi e altri diplopodi, formiche, dermatteri (forficule), blatte, ed altri artropodi. Si faccia attenzione perché in certi casi, soprattutto nelle zone calde e secche, si possono trovare ragni velenosi (vedova nera) e scorpioni (ma nelle nostre zone, di regola, la puntura di uno scorpione non reca più danno di quella di una vespa).

Spiegazione. Alcuni artropodi (Insetti, Aracnidi, Miriapodi) sono arboricoli, altri si riparano al suolo durante la notte e, nelle giornate di sole, si portano sui rami e sulle foglie. Pertanto questo tipo di raccolta dà il massimo risultato dopo la tarda mattinata, quando ormai la rugiada è evaporata.

Invece gli artropodi del terreno, specialmente nelle ore diurne, trovano riparo dal sole e dai predatori stando al buio sotto le pietre: ecco perché è lì che vanno cercati.

Considerazioni biologiche. L’esperienza descritta ha lo scopo di dimostrare la prevalenza degli Artropodi negli ambienti terrestri. Inoltre dimostra che ogni albero, cespuglio o tratto di terreno, è abitato da una miriade di animali che normalmente sfuggono all’osservazione. La natura è molto più ricca di come appare a prima vista.

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7. Masso erratico

In questo punto si trova un masso erratico trasportato da un ghiacciaio. Ha una forma non smussata (come invece i massi trasportati dai fiumi). Non è una frana perché non c'è roccia di questo tipo nei dintorni. Arriva dalla Valtellina, viaggiava al di sopra della lingua glaciale.

Osservare la roccia anche con la lente. E' una roccia metamorfica, scistosa (si sfalda in piani paralleli). Potrebbe essere una cloritoscisti o una serpentinite, entrambe tipiche della Valtellina. Il serpentino è un minerale la cui varietà fibrosa costutuisce l'amianto.

Massi erratici

I massi erratici sono senza dubbio una delle testimonianze più efficaci della presenza di un antico ghiacciao, ed in particolare della sua capacità di trasportare materiale anche per lunghe distanze. Sono blocchi rocciosi anche di grandi dimensioni, situati in posizioni curiose, sulle colline o pianure allo sbocco delle vallate alpine, comunque sempre assai lontano da formazioni rocciose geologicamente simili.

Geomorfologia della valle

La Val Ravella è una valle di origine glaciale, ma con uno scavo fluviale successivo, per cui non ha più la classica forma ad U, anche se è ancora intuibile osservando le pendici dei monti.

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8. Selce rossa

La selce può essere anche rossa o verde.

Abbiamo osservato una selce rossa: roccia sedimentaria organogena (selce a radiolari o radiolarite).

Anche questa, come le altre selci, ha aspetto simile alla plastica, molto dura, con frattura concoide e non reagisce all'HCl. Presenta una certà scistosità (tende a rompersi lungo piani paralleli).

Guardando una frattura fresca alla lente si vedono dei puntini neri che probabilmente sono i radiolari.

Si nota inoltre la presenza di ferro sotto forma di ossidi (zone arancioni color ruggine).

Osservazioni botaniche

L'euforbia (genere Euphorbia) produce un lattice bianco tossico.

Esempio di monocotiledone: aglio selvatico

L'aglio (genere Allium) è diffuso in tutto il bacino mediterraneo, ha un bulbo provvisto di piccoli bulbili a guaina esterna perforata. L'infiorescenza è un'ombrella emisferica, larga fino a 7 centimetri. La fioritura è a marzo-giugno, è una pianta perenne-erbacea.

Nell'aglio che abbiamo osservato, togliendolo dal terreno, il bulbo si sta ancora formando.

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9. Roccia sedimentaria fossilifera

Rocce sedimentarie fossilifere: con la lente si vedono le ammoniti, alcune si vedono anche ad occhi o nudo.

Osservazioni botaniche

L'Aquilegia o "amor nascosto" (genere Aquilegia) è una dicotiledone appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae.

Un tempo la medicina popolare consigliava la tintura di A. vulgaris contro i mal di testa di origine isterica, lo sciroppo come calmante per la tosse ed i decotti come sudoriferi e diuretici. Tutte queste operazioni sono invece da sconsigliare in quanto si tratta di una pianta tossica.

Resistenza della piantaggine al calpestio

Piantaggine (Plantago major).

Non si trova nei prati, ma ai bordi dei sentieri dove c'è calpestio. Nei prati le altre piante sono più competitive, mentre nei sentieri vince lei. È sintomo di luogo con calpestio.

Sembra parallelinervia, ma osservando bene è reticolata, è una dicotiledone.

Leguminose selvatiche (maggio-ciondolo, ginestra, Robinia pseudoacacia, trifoglio)

La ginestra è una leguminosa a cespuglio.

Le leguminose possono essere erbe (trifoglio), cespugli (ginestra), alberi (maggio-ciondolo e robinia).

La robinia (Robinia pseudoacacia) è originaria del Nord America ed è presente in boschi giovani.

Le leguminose sono caratterizzate dalla simbiosi con batteri azotofissatori (Rhizobium).

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10. Verrucano lombardo

Il verrucano lombardo è un conglomerato formatosi prima dell'orogenesi alpina, segna il passaggio tra il permiano (paleozoico) e la fase alpina.

È una roccia sedimentaria con clasti ben evidenti e molto grossi.

Osservazioni faunistiche

Presenza di isopodi, crostacei terrestri. Hanno 7 paia di zampe. sono comunemente chiamati porcellini di terra.

Gallerie sotto corteccia scavate dagli Ipidi (coleotteri)

Ipidi (Ips typographus): coleotteri che scavano gallerie nel legno sotto la corteccia. Sulle loro feci si sviluppano delle muffe. Al primo passaggio mangiano il legno grazie a dei simbionti che gli permettono di digerire la cellulosa, poi ripassano e mangiano le muffe (proteine).

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11. Ghiandone

Ghiandone della Val Masino. Roccia granodioritica (roccia ignea intrusiva) con feldspati molto grossi. Si chiama ghiandone perché i cristalli di feldspato sono grossi, sembrano ghiande.

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12. S. Miro al Monte

Faggio

Poco dopo il bivio col sentiero B, si cominciano ad osservare dei faggi, vuol dire che siamo un po' saliti di quota.

Il faggio è una pianta esigente, che non sopporta carenze o eccessi termici, idrici e luminosi; non tollera gli sbalzi di temperatura e richiede una costante, ma non eccessiva, disponibilità di acqua, nonché terreni freschi e profondi.

La faggeta cresce dove si trovano queste condizioni, di solito dai 900 ai 1500 metri di quota, scendendo più in basso solo dove il ristagno della nebbia assicura una sufficiente umidità; ci possono essere boschi “puri”, cioè composti da soli faggi, oppure “misti”, ossia inframmezzati da un numero elevato di altre specie di alberi, specialmente abete bianco o larice.

Le foglie del faggio sono ellittiche, con margine crenato e caratteristico aspetto lucido. La corteccia è bianca e liscia è dà al tronco l'aspetto di una zampa di elefante.

Le foglie ci mettono molto tempo a decomporsi, per questo non cresce erba nel sottobosco della faggeta.

Sopra la fascia dei faggi c'è la fascia delle conifere.

Lettura della carta geologica

Carta geologica della Lombardia

Gasteropode rupicolo. Metodo del marcaggio e ricattura

Mimetizzate sulle rocce è possibile trovare delle piccole chiocciole appiattite: si tratta di una specie di mollusco gasteropode rupicolo (Cochlodina marmorata).

Lo studio di popolazione di questi molluschi può essere effettuato col metodo del marcaggio e ricattura. Si catturano 10 animali e si fa una macchiolina di colore sotto il guscio, quindi si rimette a posto la chiocciola. Dopo un po' di tempo, in modo che si siano rimescolati, si torna e se ne catturano altri 10 e si vede quante ce ne sono marcate. Facendo la proporzione mi ricavo il numero totale di individui della popolazione.

Lo stesso metodo può essere usato per una popolazione pesci: si marcano con tagli o placchette sulle pinne.

Alghe verdi filamentose

Nell'acqua della fontana si possono osservare numerose alghe verdi filamentose.

Spyrogira è impalpabile al tatto. Le cellule di queste alghe, se visualizzate al microscopio, mostrano un cloroplasto a forma di nastro avvolto a spirale.

Cladophora ha invece un aspetto più resistente.

Briofite: Epatiche

Vicino alla fontana si trovano anche le epatiche, delle briofite che devono vivere in umidità permanente.

Pianta carnivora (Pinguicula) e sue esigenze di azoto

Sulle rocce dilavate dall'acqua è possibile osservare numerosi esemplari di una pianta carnivora: la pinguicola.

Ha le foglie con dei peli dai quali fuoriescono delle goccioline che appiccicano gli insetti. Vivono sulle rocce dilavate dall'acqua, dove non c'è azoto. Digeriscono con degli enzimi le proteine dell'insetto e ne prendono l'azoto.

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13. Sulla strada del ritorno

Larve di insetti acquatici (Efemerotteri, Tricotteri)

Nel fiume, tra i sassi si possono trovare numerose larve di tricotteri con astucci (o teche) di fatti di sassolini. Le larve di tricottero hanno 3 paia di zampe, sono acquatiche e vivono in tubi che esse stesse costruiscono agglutinando sabbia, sassolini, frammenti vegetali.

Si possono trovare anche larve di efemenotteri (le larve sono acquatiche, gli adulti aerei).

Profilo del suolo

Per poter effettuare un'analisi del suolo abbiamo prelevato dei campioni da 2 scavi, in 2 punti diversi.

Larva di salamandra, natrice

Nel fiume è possibile osservare larve di salamandra o tritone e la biscia dal collare (Natrix natrix).

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