Siamo pronti a partire per l'avventura!
Dopo la colazione abbiamo chiesto di poter vedere il mago per i dettagli sulla missione, ma siamo stati ricevuti ancora da Jenlar. Dice che Arkayz è molto impegnato o non sta bene, non ho ben capito. Anche questa cosa mi suona un po' strana, se ci tiene così tanto perché non è venuto Arkayz in persona a parlarci della missione? Jenlar ci ha accolto in uno studio e ci ha spiegato che la cosa da recuperare è all'interno della Roccia (una formazione rocciosa oltre al fiume). Non ci ha spiegato di cosa si tratta, ma che lo capiremo quando la troveremo. Mah. Sempre più strano. A missione completata ci darà 400 monete d'oro a testa, inoltre ci ha rifornito di tutto l'equipaggiamento necessario, più i cavalli. Deve tenerci parecchio per spenderci tutti questi soldi.
Prima di partire ci ha consegnato una mappa del percorso e un avvertimento scritto da Arkayz in persona e che potrebbe aiutarci nella missione: è uno scritto molto criptico, che parla di sogni dorati che si trasformano in incubi e di libri che non vanno giudicati dalla copertina. Per ora la cosa non ci dice nulla.
Bene, ora è tutto pronto. Una bella cavalcata è proprio quello che ci vuole.
Siamo vivi per miracolo! Se non fosse stato per Macha e Galad, a quest'ora saremmo il pasto di una coppia di pulcini di arpia.
Stavamo cavalcando beatamente verso ovest e tutto sembrava tranquillo, quando ad un certo punto, appena entrati in una radura, abbiamo sentito un canto, sembrava piacevole, per nulla minaccioso, tranne che per Macha che ha cominciato a fare l'isterica. Anche i cavalli non erano per nulla tranquilli, e intanto il canto si avvicinava. Mi sarei dovuta insospettire di qualche cosa vedendo il comportamento dei cavalli, ma niente, a tutti noi, tranne Macha, la cosa non sembrava per nulla minacciosa. Seguendo le insistenze di Macha ci siamo riparati sotto gli alberi e abbiamo legato i cavalli. L'essere, che inizialmente sembrava un uccello, si è avvicinato ed è piombato verso di noi. Anche dopo aver visto il suo aspetto piuttosto ributtante (una specie di aquila troppo cresciuta con degli artigli da paura e una testa da donna coi denti ipertrofici) non mi sembrava comunque minacciosa, fosse stato per me, me ne sarei stata in disparte, senza importunare la bestia, ma Macha ha pensato bene di partire all'attacco. In quel momento, quando l'ho vista lanciare un globo di luce ho pensato che fosse impazzita, e invece era l'unica sana di mente. Quando ho visto che la creatura le stava addosso ho pensato che avrei potuto impaurirla scagliandole qualche freccia vicino, ma quella non ha fatto una piega. Anche Julius e Caius cercavano di mandarla via, come si fa con una mucca troppo invadente. Quello che ha avuto maggior prontezza di riflessi è stato Galad, che appena ha visto Macha buttarsi a terra si è messo tra lei e la bestia. Deve ringraziare il suo Apollo se la sua armatura ha tenuto. E noi dobbiamo ringraziare lui che si è ripreso in tempo e ha fatto fuori quell'obbrobrio.Quando le bestia è morta ci siamo accorti che dovevamo essere stati vittima di un qualche sortilegio e l'unica che ne era stata immune era Macha.
Mentre la bestia stava calando su di noi, sembrava quasi volerci indicare un sentierino nel bosco. Abbiamo deciso di seguirlo per verificare che non ci fossero altre compagne di quell'affare. Il sentiero era piuttosto intricato e procedevamo piuttosto a rilento, per cui ho deciso di andare in avanscoperta: ho trovato una radura con una struttura di rami e sterpaglie da cui provenivano dei suoni scricchiolanti. Data la figuraccia che avevo appena fatto ho deciso di andare ad avvertire gli altri, piuttosto che mettermi ad affrontare da sola qualunque cosa ci fosse lì dentro. Quando finalmente abbiamo raggiunto tutti la radura, da quella specie di nido si sentivano distintamente delle specie di pigolii. Dentro abbiamo trovato i più brutti pulcini mai visti. Facevano quasi pena, ma l'idea di cosa sarebbero diventati non lasciava alcun dubbio su cosa fare di loro.
Intorno al nido abbiamo trovato i resti di qualche precedente pasto delle arpie e tra le ossa c'erano un'armatura con sopra un calice (il simbolo di Ogma), un bel gruzzoletto di monete, una pergamena, 3 boccette di acquasanta (sempre utili), un arco (un po' troppo grosso per i miei gusti), una mazza e uno scudo. Le monete, da tenere come cassa comune, le ha prese Galad e mi sembra il minimo dato che si è dimostrato uno con la testa sulle spalle.
Completata la disinfestazione delle arpie, siamo ritornati sul sentiero principale dove abbiamo ritrovato i nostri cavalli. Ormai era primo pomeriggio.
Abbiamo cavalcato senza intoppi fino a sera e quindi ci siamo accampati.
Abbiamo deciso di fare tre turni di guardia: per primo Caius, poi Galad e Macha e quindi io e Julius.
Dopo questa giornata una bella notte di riposo è quello che ci vuole.
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