Diario di viaggio – le foto seguiranno – scusate gli errori, non ho riletto e il correttore automatico fa pazzie
Oggi giornata piovosa. In albergo prestano gli ombrelli.
- Vantaggi della pioggia:
- Pochi turisti
- Non c'è caldo
- Svantaggi della pioggia:
- Ho fatto poche foto
- Piedi fradici
Abbiamo preso il bus per il tempio d'oro, molto bello. Era una abitazione prima di diventare tempio, forse per questo non ci sono tantissimi tempietti come negli altri. Il tempio è bellissimo, su un laghetto molto zen.
Non pioveva tantissimo e c'era poca gente.
Dopo il tempio d'oro abbiamo preso bie e treno e siamo andati a Arashiyama. Lì pioveva parecchio. Siamo andati nella foresta di bambù, molto bella e molto bagnata.
Abbiamo quindi camminato lungo il fiume Katsura, abbastanza ampio, e siamo saliti su una collina sulla cui cima ci sono dei macachi.
Lungo il percorso c'erano vari aneddoti sulle scimmie e delle istruzioni su come comportarsi, ad esempio non bisogna fissarle negli occhi, puntare la macchina direttamente su di loro, stare a meno di 2 metri. In cima c'era una bella vista sulla città e monti circostanti e una casetta dove si poteva acquistare del cibo per le scimmie (banane, arachidi, mela). Le finestre erano ricoperte da una grata e le istruzioni erano di depositare il cibo e lasciare le scimmie prenderlo attraverso la grata con le loro manine, ma un paio di volte un macaco me lo ha strappato di mano prima che lo depositassi. C'erano dei piccoli, alcuni ancora attaccati alla mamma a prendere il latte. Tenerissimi. Erano comunque tutte un po' violente, soprattutto gli adulti contro i bambini se questi si accaparravano il cibo prima.
Ogni tanto i guardiani uscivano con dei secchi di castagne e chiamavano le scimmie, alcune castagne venivano messo in una cassa con dei buchi per far fare un po'di esercizio alle scimmie. Quando una faceva la cacca sul piazzale, subito la toglievano.
Le scimmie comunque erano libere, c'erano delle cancellate intorno alla costruzione, ma era più che altro per non far entrare i cinghiali, perché le scimmie passavano tranquillamente oltre (tutta la collina è ricoperta da un bel bosco), ma chiaramente si concentravano intorno alla fonte del cibo.
Dopo aver ammirato per un po' le scimmie, siamo tornati verso la stazione passando per delle vie piene di negozietti per turisti con cibo e cianfrusaglie.
Io mi sono comprata delle calzine col pollice separato per potermi cambiare le mie dato che avevo i piedi completamente fradici.
Ritornati alla stazione di Kyoto, abbiamo preso il treno per Osaka e siamo arrivati che ormai cominciava ad imbrunire. Pioveva ancora molto.
Alla stazione di Osaka c'era una statua di Godzilla.
Siamo andati verso il canale passando per un'enorme zona commerciale coperta.
Le strade intorno al canale sono un tripudio di luci e suoni e colori. Ci sono palazzi con posti per mangiare a tutti i piani, dal baracchino che dà sulla strada fino a ristoranti più grandi. C'è una specie di gara a chi fa l'insegna più grossa e spettacolare: lanterne e scritte luminose giganti, granchi semoventi enormi, riproduzioni dei piatti serviti alte un piano, e poi enormi schermi pubblicitari con tanto di parole e musiche in una cacofonia di suoni, luci e colori. Poi giri in una stradina secondaria e ti trovi casette in legno, lanterne colorate, un tempio, così, a caso.
Abbiamo mangiato in un locale al sesto piano facendoci "buttare dentro" da un tipo sulla strada. Era un po' losco e c'era odore di fumo (in alcuni locali si può fumare) ma non esagerato e il kimchi servito come antipasto mi ha evidentemente anestetizzato un po'. Abbiamo mangiato okonomyaki. Dovevano essere un po' coreani perché secondo Davide la musica era K-pop (come si distingue dal J-Pop?) e mettevano il kimchi dappertutto.
Dopo un altro breve giro lungo il canale siamo tornati in stazione e quindi a Kyoto in albergo.
Mi sono fatta un bel bagno caldo e poi nanna (ho dovuto pure spiegare a un'altra occidentale che non si poteva entrare nella stanza della vasca col costume!)
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