Ed eccoci di nuovo qui, alla villa di Arkayz. Ci siamo rifocillati abbondantemente e le nostre tasche sono molto più pesanti. (non mi sono permessa di aprire il sacchetto davanti a Jenlar, ma in camera l'ho fatto: 40 monete di platino belle luccicanti!) Abbiamo felicemente concluso la nostra avventura, possiamo tornare a casa soddisfatti e trionfanti, abbiamo dimostrato di non essere dei buoni a nulla. Rimangono però tante domande in sospeso. Prima però cercherò di ricapitolare gli ultimi avvenimenti.
Questa mattina eravamo ancora davanti alla roccia, lontanissmi da qua. Siamo rientrati nella stanza al di là del portale, assicurando una corda all'esterno come avevamo fatto ieri.
Macha ha individuato il magico e sono risultati magici: la spada dorata, le statue, la stanza stessa e le rune sul pavimento, anche se di una magia diversa. Chiaramente si trattava di un qualche meccanismo magico, ma non eravamo in grado di capirne il funzionamento solo guardandolo, per questo Caius ha provato ad aggirare i glifi, ma si sono illuminati di rosso e le statue sono scese dai piedistalli (a quel punto Macha poteva osservare su di esse, come se fosse stata applicata sopra, la stessa magia delle rune, più malvagia dell'altra presente nella stanza).
Erano statue di marmo a grandezza naturale, con fattezze di nobili, ognuna con una corona e un'arma, di un materiale diverso:
- vecchio uomo con corona di ferro e ascia da battaglia;
- uomo di mezza età sorridente con corona di granito rosa e mazza;
- giovane uomo con corona di quarzo e pugnale;
- altro uomo simile al precedente di volto con corona cristallo e lungo pugnale.
Abbiamo deciso di provare a colpire le corone, io ho colpito con una freccia la corona del vecchio, questa è stata sbalzata via e la statua si è sbriciolata. Sono rimaste solo la corona (magica) e l'ascia.
Julius è riuscito a sbriciolare la seconda statua e in poco tempo siamo riusciti ad avere la meglio anche sulle altre due che si sono sbriciolate, a parte la corona e l'arma.
Sui piedistalli c'erano i nomi dei personaggi raffigurati, dei re con nomi traladari, ma desueti.
La nostra priorità a quel punto era trovare l'uscita, in quanto nel momento in cui le statue hanno cominciato a muoversi, il passaggio si è chiuso e la corda troncata. Io ho provato a guardare rapidamente sulle pareti, ma non ho notato aperture visibili.
Ci siamo quindi decisi a provare coi forzieri, per vedere se magari ci fosse qualche indizio, per prima cosa abbiamo deciso di provare quella cassa molto semplice, sulla quale non ho potuto trovare alcuna trappola. Caius l'ha aperta cautamente da lontano usando la pertica e.... ci siamo ritrovati improvvisamente all'esterno, di fronte a noi i cavalli, dietro la piccola mesa. Il passaggio invisibile si è chiuso, la parete è tornata ad essere tutta di solida roccia.
Caius a quel punto si è accorto che dalla sua tasca sporgeva un monile, magicissimo. Sicuramente è quello che cercava Arkayz. Avendo finito quello che dovevamo fare, abbiamo deciso di ritornare verso la grotta di due notti fa, ma appena tutti siamo risaliti a cavallo.... ci siamo accorti di non essere più nel canalone vicino alla mesa, ma ci siamo ritrovati in un bosco tranquillo, su un bel viale: la strada che porta alla villa di Arkayz!
Eravamo piuttosto stupiti e perplessi: non capita tutti i giorni di essere teletrasportati. Mentre tornavamo verso la villa ci siamo messi a discutere su chi sia veramente Arkayz. Io sono sicura che la stanza fosse Tuma, anche Julius ne è sicuro. Il mago però non poteva entrarci, eppure le difese non parevano così terribili: una vecchia e delle statue che ci hanno dato meno problemi dei goblin. Inoltre la villa di Arkayz aveva un'aria che ricordava Tuma. In effetti più tardi abbiamo avuto la conferma del fatto che Arkayz proviene da Tuma. Magari in qualche modo ne è stato esiliato? E a cosa serve questo potentissimo monile? Inoltre ci avevano detto alla taverna che Arkayz aveva già assoldato gente per questa missione, ma nessuno era mai tornato, siamo stati fortunati? O c'è qualcos'altro sotto?
In tutto siamo stati via una settimana. Le guardie al cancello ci hanno riconosciuto e ci hanno aperto subito. Sulle scale della villa c'era Jenlar ad attenderci. Subito sono arrivati cinque scudieri a prendere i cavalli per portarli nelle stalle. Era chiaro che ci stavano aspettando, il nostro arrivo non era di certo inatteso!
Jenlar ci ha accolto calorosamente e subito Caius gli ha consegnato l'amuleto, lui ci ha invitato ad entrare e ovviamente ci ha detto che Arkayz non avrebbe potuto essere con noi a causa della sua vecchiaia e dei suoi studi.
Caius gli ha mostrato la spada che abbiamo trovato nella roccia, lui se n'è andato chissà dove con la spada e nel frattempo ci ha detto di accomodarci. La camere erano già tutte pronte per noi. Il viaggio oggi non era stato molto faticoso, dunque dopo poco sono scesa e sono andata a dare un'occhiata alla biblioteca: ci sono moltissimi libri suoi più svariati argomenti scritti in Lingua Comune, alcuni sono scritti in Traladaro e pochi, più nuovi, in Thyatiano. I libri più interessanti però erano quelli che si trovavano in alto chiusi da una sbarra di legno: dei grossi tomi dall'aria molto antica, in Traladaro. Sono riuscita a leggere alcuni titoli: uno parlava di gloria, ascesa e scomparsa di Tuma, in un altro ho potuto leggere uno dei nomi di Re che erano scritti sui piedistalli delle statue della Roccia. Ho riferito agli altri questa cosa, ma non sembravano molto colpiti.
A pranzo (un pasto suntuosissimo e abbondantissimo) c'era anche Jenlar a farci compagnia. Io gli ho cominciato a fare domande su cosa fosse Tuma e ho visto la sua faccia trasformarsi per lo stupore. Gli abbiamo raccontato della città apparsa dal nulla, delle statue metalliche volanti, di come l'abbiamo aggirata senza entrarci. Man mano che raccontavamo la mascella gli cascava sempre più in basso. Dopo poco si è rivolto ad un paggetto, gli ha detto qualche cosa e questo è corso fuori.
Jenlar ci ha raccontato della leggenda di questa città scomparsa da molti molti anni, nel frattempo dietro le porte abbiamo cominciato a sentire un po' di agitazione, voci di ragazzi e una specie di raschiare di unghie sulla pietra. Dopo poco le porte si sono spalancate (da sole) ed è apparso l'essere più rincagnato, incartapecorito, vecchio e secco che avessimo mai visto. Questo vecchio vecchissimo, rugoso, piegato in due e appoggiato su un bastone ricurvo non era altro che il grande mago Arkayz che ha cominciato a chiederci con quella voce raschiante che cosa fosse questa storia di Tuma. Gli abbiamo raccontato tutto, gli abbiamo fatto vedere sulla mappa il punto esatto in cui è comparsa. Lui ad un tratto ha detto a Jenlar "sai cosa fare" e quest'ultimo ha preso e se n'è andato, mollando il pranzo, non prima di ringraziarci ancora e dicendoci che sarebbe stato via per un po'.
Il mago dopo averci fatto qualche domanda, se n'è andato via. Uno dei ragazzi dopo ci ha detto che non aveva mai visto il maestro così felice. Meno male che era felice...
Noi abbiamo proseguito il nostro pranzo abbuffandoci in maniera spropositata.
In seguito un maggiordomo ci ha comunicato che per le questioni economiche avremmo dovuto attendere Jenlar. Io sono andata a fare un giro per il bel parco della villa. Dopo un paio d'ore siamo stati richiamati in quanto Jenlar era tornato: lo abbiamo trovato in una sala dove ci ha consegnato il nostro pagamento. Inoltre ci ha comunicato che la spada è molto antica e di ottime fattezze, con una spada del genere si possono ottenere diversi vantaggi in combattimento, così dice. (spada +2, ndr) Alla fine se l'è presa Galad, dovrebbe farne buon uso.
Abbiamo chiesto a Jenlar se ha visto Tuma (abbiamo supposto che la sua assenza fosse dovuta ad un sopralluogo là dove avevamo indicato noi), ma ci ha detto che non c'è più, è scomparsa di nuovo, però sa che abbiamo detto il vero.
Caius ha riferito a Jenlar la storia degli gnomi ingannati da un qualche mago, ma non sembra importargliene gran che.
Gli abbiamo raccontato per bene come abbiamo fatto ad entrare nella roccia, lui ci ha chiesto di disegnargli le rune che avevamo visto per terra e ci ha detto che abbiamo fatto bene ad essere cauti, altrimenti ora non saremmo qui!
Io a quel punto gli ho chiesto se Arkayz viene da Tuma, e lui ma risposto di sì, è evidente che sapeva di più, ma non si è lasciato sfuggire molto.
Una cosa però che abbiamo notato è che nella casa tutti i riferimenti religiosi sono traladari, nella biblioteca i libri antichi erano in traladaro, i re nella roccia avevano nomi traladari (anche se antiquati), insomma tutto lascia pensare che questa Tuma fosse un'antica città traladara.
Dopo aver riscosso il nostro pagamento io e Julius siamo andati a fare un giro in biblioteca, volevo fargli vedere quei tomi antichi che avevo scoperto, intanto che gli altri andavano a bersi qualcosa. Subito ci ha raggiunto Galad, io mi sono messa a leggere un interessante tomo sulla classificazione dei lepidotteri, Julius si è stufato e se n'è andato e poco dopo anche Galad ha cominciato ad annoiarsi e se n'è andato. Dopo nemmeno cinque minuti è arrivata Macha ad assicurarsi che non stessi combinando guai, ma io ero ancora impegnata nella lettura.
Ora sono tornata nella confortevole camera che mi hanno assegnato e penso a domani, quando torneremo a Rugalov. A quanto pare sono già stati tutti avvertiti, quindi ci stanno già aspettando e ci accoglieranno calorosamente.
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