Stamattina mi sono svegliata con un mal di testa assurdo. Non sono abituata al vino degli gnomi. Ieri ce la siamo spassata: gli gnomi erano talmente contenti e ubriachi che continuavano a ringraziarci e non mi sembrava carino non partecipare ai loro brindisi. Come se non bastasse, questa mattina ci siamo svegliati improvvisamente per le loro grida stupite e incredule, perché dall'altra parte del ponte, a qualche chilometro, è comparsa una città! La vedono tutti, quindi non è l'effetto della mia sbornia. Sembra una città bella grossa, dalle mura bianche, con torri e grandi edifici.

Ora gli gnomi si stanno apprestando a mettere nel fiume la nave, e noi ci stiamo preparando una tisana. Anche Macha e Galad si sono svegliati un po' male, non mi sarei mai aspettata che uno come Galad alzasse troppo il gomito.


Siamo riusciti ad attraversare il ponte. Se non fosse stato per quel testardo di Caius, sarebbe stata una passeggiata. La scritta del resto parlava chiaro: dare al fiume qualcosa che è suo di diritto. Tutti noi abbiamo dato dell'acqua, chi benedetta, chi accompagnata da monete. Lui invece ha buttato solo delle monete e recitato qualche preghierina. Arrivato a metà ponte è stato attaccato da delle colonne d'acqua animate sorte dal fiume ai due lati del ponte. Una colonna lo ha schiacciato per terra come per affogarlo, al che ho pensato fosse il caso di fare qualcosa, anche se non ero sicura che delle armi normali gli facessero effetto (cioè... avevo paura di fare... un buco nell'acqua) e quindi gli ho lanciato il mio dardo incantato. Nel frattempo Julius ha colpito la colonna d'acqua con le frecce e Galad con la spada e in effetti dove veniva colpito l'acqua cascava e rimaneva inanimata a terra. Caius nel frattempo è riuscito a colpire quello che lo schiacciava che si è sparpagliato in una doccia ed è rimasto a terra, infradiciando il ponte. L'altra colonna nel frattempo se l'è presa con Galad. Macha era come paralizzata ed è riuscita solo a tirare qualche pietruzza incantata, senza successo. Dopo poco siamo riusciti a sbarazzarci anche della seconda colonna e siamo giunti qui, dall'altra parte, completamente fradici. Ora ci stiamo riprendendo dallo spavento, Caius si è tolto l'armatura per asciugarla e nel frattempo borbotta, mugugna e rifiuta le cure.

Già che sono qua ad aspettare concludo la storia degli gnomi: stamattina sono riusciti a mettere la nave in acqua con grande gioia e dopo poco li abbiamo visti scivolare via lungo il fiume. Spero che ora Robert stia più attento agli affari che gli propongono.


Siamo accampati in una radura nel bosco. Attorno a noi, andando in cerca di tracce di animali per la cena assieme a Julius, abbiamo visto impronte di goblin, alcune abbastanza fresche. Abbiamo deciso di tornare indietro ad avvertire gli altri: andare a caccia di goblin solo in due, viste le precedenti esperienze, non mi sembrava sensato. Abbiamo sentito anche dei fischi, come dei richiami o degli avvertimenti. Ora c'è ancora luce, quindi non credo ci attaccheranno, ma questa notte è probabile che lo faranno. Ci siamo organizzati per fare 5 turni di guardia, di due persone a turno.

Intanto che attendo il calare del sole, racconto quello che ci è accaduto oggi, dopo aver attraversato il ponte e della grande occasione che sicuramente abbiamo perso.

Quando ci siamo apprestati a ripartire, dopo la doccia imprevista sul ponte, subito si è posto il problema di che fare, dato che la città apparsa dal nulla sembrava essere comparsa proprio sopra la strada che avremmo dovuto fare. Io ero dell'idea di andare a dare un'occhiata, e anche Julius voleva vedere cosa si celava dietro quelle mura. Gli altri invece non ne volevano sapere e Macha soprattutto la menava col fatto che non ero riuscita a resistere ad un'arpia e se questa fosse stata una qualche sorta di illusione come avrei potuto non cascare in qualsiasi trappola ci fosse? Tutti i miei argomenti cadevano nel nulla di fronte alla paura di cascare in qualche cosa molto più grosso di noi.

Mentre discutevamo ci siamo avvicinati un po' alla città e ad un tratto abbiamo visto sopraggiungere quattro figure alate che si muovevano in formazione, dai riflessi metallici, con ali troppo immobili per essere uccelli. Ci siamo fermati e le figure si sono abbassate verso di noi. Le figure sembravano delle specie di statue metalliche le cui ali altro non erano che membrane tra le braccia e il corpo, come gli scoiattoli volanti. Le statue volanti si sono bloccate a pochi metri da noi e con voce metallica ci hanno detto Fermi stranieri! Nessuno può entrare nella città di Tuma se non ci si dichiara suoi amici! Galad non ha percepito nulla di malvagio e nonostante questo non c'e stato verso di convincerli ad andare avanti.

Siamo usciti dal sentiero e abbiamo proseguito verso nord, mantenendoci a distanza costante dalla città. Julius aveva visibilmente voglia di correre verso la città e credo l'abbia frenato solo la sua scarsa dimestichezza col cavallo e il fatto che Caius gli ha preso la briglia. Se lui fosse andato credo che lo avrei seguito.

Mentre aggiravamo la città abbiamo potuto osservarla, anche se a distanza. A destra e sinistra della porta che si apriva sul sentiero c'erano delle basse case di pietra, alcune coi tetti sfondati e segni di incendi. Non si vedeva nessun movimento, nessun segno di vita. Lo stile architettonico delle case aveva qualcosa di strano, secondo Galad c'era qualche analogia con la villa di Arkayz. Nemmeno questo è bastato per smuovere quei tre codardi e convincerli ad andare a dare un'occhiata più da vicino! Scommetto che ci siamo persi una ghiotta occasione per scoprire qualcosa di veramente straordinario!

La città si estendeva soprattutto da est a ovest. Anche le mura presentavano segni di bruciature e grosse ammaccature, sembrava una città che è stata a lungo sotto assedio. Oltre alla porta che dava sul sentiero, abbiamo visto una porta più verso sud e una verso nord, anche questa con basse case davanti, simili alle precedenti. Di fronte alla porta nord, oltre alle case, c'erano anche delle palizzate, dei recinti, parzialmente cadute. Forse poteva essere un mercato, o un deposito per carovane o una stazione di posta, chissà.

Mentre aggiravamo la città, le statue volanti ci seguivano a distanza, senza fare nulla di particolare, anche perché quei tre noiosi non volevano avvicinarsi di un passo di più alla città. Chissà quante meraviglie ci siamo persi! Alla fine abbiamo raggiunto il lato est, dove il sentiero ricominciava uscendo da un'altra porta della città.

Abbiamo ripreso il sentiero e poco dopo siamo entrati nella foresta. Il terreno si faceva via via più irregolare, con dirupi e scarpate. Verso mezzogiorno eravamo ormai nel fitto della foresta e ci siamo trovati la strada sbarrata da una vecchia frana. Essendo impraticabile il sentiero, abbiamo deciso di tagliare nel bosco puntando verso nord, sperando di ricongiungerci con la strada che dovrebbe portarci alla Roccia. Il bosco dove ci troviamo è umido, fitto e scuro e senza sentieri si procede molto più lentamente.

Verso il tardo pomeriggio abbiamo deciso di cercare un posto per il campo. Ed eccoci qua in attesa di una notte sicuramente insonne. Caius ha finalmente smesso di borbottare e si è fatto curare da Galad. Il primo turno di guardia lo faranno Macha e Caius, poi Caius ed io, poi io e Julius, Julius e Galad ed infine Galad e Macha. Ora vado a cercare di riposare, anche se so che non ci riuscirò.

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