Casa e famiglia
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Carissimi miei 25 lettori,
mi scuso immensamente per l'ampio divario di tempo tra il mio ultimo messaggio e questo che sto scrivendo. È stato un anno intenso e ricco, non privo di momenti difficili e pesanti, lo ammetto, ma sicuramente molto interessante e pieno di nuove esperienze.
Siamo arrivati qua tutti assieme quasi un anno fa, in una calda estate. Abbiamo vissuto un tiepido autunno, una fine di inverno a dir poco gelida, una primavera quasi sempre orribile e adesso di nuovo l'estate, con i suoi lunghi crepuscoli, i fiori, i colori.
Tornerò con più calma a raccontare quello che abbiamo fatto, o più probabilmente metterò qualche foto e lascerò loro a raccontare, ma intanto posso fare un bilancio di questi mesi in Belgio.
I bambini hanno finito alla grande il loro anno scolastico: sono arrivati senza sapere nulla o quasi di francese e, apparentemente senza sforzo, ora sono al pari se non meglio dei loro compagni. Davide ha concluso la scuola primaria (per la seconda volta) e ottenuto il CEB con ottimi voti e i complimenti delle insegnanti.
La scuola è veramente speciale, non credo sia la regola, del resto nemmeno questo posto in cui viviamo è esattamente nella media delle cittadine belghe.
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I bambini sono al loro 30esimo giorno di scuola.
Forse è presto per fare bilanci definitivi, ma posso cominciare a raccontare qualcosa.
Da un punto di vista organizzativo e didattico ci sono una serie di differenze rispetto alla scuola italiana.
Per prima cosa, i cicli scolastici sono organizzati diversamente: qui ci sono solo 2 cicli di 6 anni, la primaria e la secondaria, alla fine di ogni ciclo c'è un esame statale, il che vuol dire che Davide alla fine dell'anno dovrà fare un esame con compiti ministeriali, come alla maturità.
La scuola primaria è suddivisa a sua volta in 3 cicli. Non ho capito ancora esattamente come vengono formate le classi di anno in anno e cosa fanno i docenti, quello che so è che Filippo, in prima, ha un insegnante unico che avrà anche l'anno prossimo, mentre Davide, in sesta, ha due maestre che insegnano su due classi parallele e fanno una materie scientifiche e l'altra umanistiche. Queste di sesta insegnano sempre in sesta.
L'orario è ridotto rispetto al tempo pieno italiano e il primo commento di Davide il primo giorno di scuola è stato "ma qui lavorano pochissimo, fanno ben 2 intervalli!!!" (oltre a quello del pranzo, ndr).
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Oggi sono passata dalla scuola di Filippo a prendere le ultime sue cose rimaste e a lasciar giù un po' di giochini: quando si trasloca è una buona occasione per eliminare il superfluo, anche se è una cosa che riesco a fare con molta difficoltà. E con questo ho chiuso definitivamente un capitolo.
Venerdì 15 Filippo ha fatto la festa dei remigini e mentre andavamo via ha detto "non li rivedrò più i miei compagni". Non era una domanda. L'anno prossimo per lui comincia una nuova avventura: imparare a leggere e scrivere in un'altra lingua.
La settimana prima Davide aveva fatto la festa a scuola e si era messo a piangere. Emozione? Stress? Non so. Anche lì, capitolo chiuso. Davide finisce un ciclo, ma non ne comincia un altro. Per lui sembra che sia tutto a posto, ma sarà così?
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Visitare un paese perché sarà la tua casa è qualcosa di totalmente diverso dal visitarlo per turismo.
Quando si viaggia, in vacanza, si cerca il memorabile, ciò che rimarrà nei nostri ricordi come segno indelebile di quella esperienza, si osservano le varietà dell'architettura, la bellezza dei paesaggi, si provano gusti nuovi e si cerca l'esotico, il diverso, il lontano da noi. Questo indipendentemente dalla meta del viaggio: ciò che si vuole è la non quotidianità, la non banalità, la non consuetudine, qualcosa da raccontare e ricordare.
Il luogo dove abiti è invece, per definizione, un luogo quotidiano; deve essere rassicurante, amichevole, domestico; quando si guarda il luogo in cui si vive si osservano altre cose: si cerca l'utile, il consueto e l'ordinario. Si cerca la comodità, la familiarità, lo standard.
In questo mio ultimo viaggio in Belgio ho sentito questa differenza: non ero più la turista in cerca di attrazioni, ero la cittadina in cerca del luogo dove vivere.
Questa non è dunque una piccola guida per viaggiatori, ma le impressioni di un'emigrante.
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E un altro anno è andato, la sua musica ha finito, quanto tempo è ormai passato e passerà?
Siamo andati a passare la vigilia di Capodanno a casa del nonno M. Il clima non era per nulla da ultimo dell'anno, c'era un bel sole e quasi caldo.
Abbiamo fatto una bella passeggiata tra i campi dove abbiamo potuto osservare svariate impronte di qualche ungulato, forse caprioli, forse cinghiali.
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Con l'arrivo delle belle giornate finalmente si può stare a giocare sul balcone!
E perché no, fare anche un bel pic-nic!!
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