Ore 10.00 pm
Oggi visita di New Orleans. Che caldo!
Dopo il buffet della colazione (qui c'erano addirittura delle paste, oltre a dei cereali molto simili a croccantini per gatti), siamo partiti belli convinti di prendere l'autobus per il French Quarter.
Per raggiungere la fermata abbiamo dovuto attraversare un vialone enorme senza semaforo, i pedoni qua non sono molto considerati. Lì abbiamo incontrato una coppia di pensionati di Miami che ci hanno attaccato bottone e alla fine abbiamo deciso che forse era meglio andare in macchina (ci siamo spavenati per l'attesa che si stava prolungando e l'idea magari di dover aspettare al sole non ci allettava). Ci siamo così rimessi in macchina e abbiamo parcheggiato nel parcheggio di un hotel con i valletti che ti prendevano la macchina. Alla fine la cosa ci è costata 15$. Forse ci conveniva l'autobus...
Abbiamo cominciato quindi il giro per il quartiere francese, che non ha nulla di francese a parte un palazzo del convento delle orsoline. Da Canal Street, dove abbiamo parcheggiato, abbiamo preso Decatur Street, una lunga strada fiancheggiata da edifici colonnati molto caratteristici e tantissimi negozietti di cinafrusaglie per turisti. Ci siamo diretti verso il mercatro francese, passando per Jackson Square. Abbiamo visto una nave a vapore in partenza con tanto di concertino con una specie di organetto a vapore e dei ragazzi afroamericani che ballavano sotto a un gazebo. Il mercato francese contiene tanti negozietti e bar con i musicisti che suonano. Più avanti c'è un altro mercato coperto, il Farmer Market, con bancarelle di prodotti tipici, ma con prezzi da turisti e più in là il Flea Market contiene bancarelle di paccottiglia dal Voodoo alla maroquinerie, molto trash.
Il caldo al sole era insopportabile. Tra l'altro ci siamo accorti di aver lasciato in camera la crema solare (indinspensabile per non brasarsi), per cui sono dovuta andare a cercarne un'altra.
Abbiamo quindi fatto un giretto verso il convento delle orsoline e quindi nella parallela di Decatur Street.
Siamo quindi andati a mangiare in un ristorante africano consigliato dalla Rough Guide, Bennachin. Piccolo, ma accogliente. Io ho bevuto dell'ottimo ginger. Quello purtroppo però non era endless come il tè freddo preso dagli altri.
Dopo mangiato siamo ritornati verso Jackson Square e quindi abbiamo preso il Moonwalk che costeggia il Mississipi. Ci siamo quindi ritrovati nuovamente in Canal Street, faceva un caldo bestia e volevamo cercare un posto che facesse la limonata. C'erano solo locali da cocktail e guardando il menu di uno sembrava che anche la limonata analcolica costasse 8$.... quindi ce ne siamo andati.. mah... forse non costava 8$... già mi sembrava cara quella da 5$ al Farmer Market! Abbiamo rinunciato troppo presto e fatto rimaner male il povero barista!
Ormai spossati dal caldo siamo ritornati a prendere la macchina e abbiamo fatto un giro con aria condizionata nel Garden District dove ci sono tante belle ville lussuose e viali alberati e ombrosi. Ci siamo fermati a comprare la cena in un supermercatino che si vantava di essere la casa dei "Po-Boys", enormi paninoni tipici di queste parti, una specie di versione gonfiata della baguette farcita francese.
Siamo quindi tornati in albergo dove ci siamo dedicati al relax in piscina e lavatrici. Davide e Filippo hanno anche voluto provare gli attrezzi della mini palestra dell'albergo.
Aria condizionata: dai negozi con le porte aperte escono correnti di aria polare. Entrare e uscire da qualsiasi negozio o locale al chiuso comporta sbalzi termici di almeno 20 °C.
Le tasse: i prezzi sono sempre scritti senza tasse, per cui quando ti arriva il conto è sempre più salato e poi spesso devi anche lasciare la mancia... una fregatura, non ci si riesce a regolare!
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