Colazione alla pasticceria “L’Opera” con tè alla menta e dolcetti di mandorle e affini.
Quindi camminata attraverso la vecchia medina con botteghe di tutti i tipi molte delle quali stavano aprendo in quel momento. Questa è una piccola medina tranquilla, non molto turistica.
La mercanzia era esposta fin sulla strada (spesso le botteghe erano poco più di rientranze nel muro) e c’erano parecchi piccoli laboratori di gente che lavorava il cuoio, dei forni, delle bancarelle di pesce, di cui alcune col pesce lì senza nemmeno un po’ di ghiaccio, frutta e verdura, gli immancabili fichi d’india e tanti tanti gatti magrissimi… Odori misti di cibo e altro, anche se tutto sommato non era neanche tanto sporca, i bottegai lavavano addirittura la parte davanti al loro negozio!!!
Usciti dalla medina, ci siamo diretti alla grande moschea Hassan-II, costruita negli anni ‘80-’90 e una delle poche dove sia permesso ai non mussulmani di entrare (ovviamente togliendosi le scarpe).
Si tratta di un edificio imponente, con fini decorazioni stile arte moresca, con lampadari di vetro di murano e marmo di carrara. La maggior parte dei materiali è comunque di origine marocchina, così come il lavoro degli artigiani che hanno decorato, intagliato, intarsiato. Abbiamo seguito una parte di visita guidata in francese, anche se era un po’ troppo arabeggiante e non si capiva tutto.
La moschea ha una parte per gli uomini e una parte sopraelevata, con tanto di scale mobili, per le donne.
Sotto la moschea ci sono dei bagni per le abluzioni con belle fontane che però erano tutte spente. Immagino le accendano sono quando ci vanno i fedeli.
Davanti alla moschea c’è un’enorme piazza senza alberi. Per fortuna oggi non faceva tanto caldo e c’era anche un bel venticello che arrivava dall’oceano, ma non mi sembra l’ideale una piazza così in un posto caldo.
Siamo quindi ritornati alla medina e abbiamo pranzato in un bel ristorante, la Sqala, situato dentro una vecchia fortezza. Si mangia sotto dei bei pergolati di buganvillee e abbiamo gustato delle ottime tajine di verdura e carne e un misto di antipastini. Il posto è molto carino, abbiamo ben mangiato, per 405 diram, cioè circa 40 € in quattro!!!
Nel pomeriggio siamo ripassati all’interno della vecchia medina. Ritornati su un viale più moderno siamo stati letti nel pensiero e dei ragazzi con logo della Telecom marocchina ci hanno venduto una sim da 2 ore, 1000 sms e 1G dati per 20 diram!!! La cosa non è stata priva di suspense, perché quando il tipo ha aperto la bustina e staccato la sim, questa è finita in una griglia di scolo!!!
Abbiamo deciso di cercare un parco per rilassarci un po’. Sulla guida citava il parco della lega araba, ma abbiamo faticato a trovare un posto all’ombra per sederci, infatti la maggior parte delle panchine era stata divelta e la maggior parte dell’ombra era usata come parcheggio!!! Ci siamo comunque un po’ rilassati su un triangolino d’erba abbastanza all’ombra (dopo esserci fatti scacciare dalla parte centrale all’ombra delle palme), non faceva nemmeno tanto caldo, c’era un bel venticello, e ne ho approfittato per leggere un po’ la guida e decidere cosa fare dopo.
Siamo quindi ripartiti alla scoperta della città nuova, di origine coloniale, dove si può vedere ancora qualche bel edificio, ma la maggior parte sono piuttosto male in arnese.
La cosa più interessante è il mercato coperto, che però stava chiudendo in quel momento. Nella parte centrale coperta c’erano bancarelle di pesce, carne e altro cibo e ovviamente tantissimi gatti (non come prodotti in vendita!!). Nella parte esterna invece c’erano negozietti di vario genere e posti dove mangiare.
Io mi sono fermata un attimo a osservare un negozietto di fossili e pietre e alla fine il tipo, che mi sembrava ci capisse di minerali e fossili un po’ di più della media, ci ha convinti a comprare qualche sasso, giusto per appesantire i bagagli!!! Il tipo era simpatico e ha pure voluto che facessimo una foto di lui coi bambini (e i micro gatti che corredavano la collezione).
Ben appesantiti, ci siamo messi a cercare un taxi. Ne abbiamo trovato uno di quelli bianchi e l’autista, dopo aver pregato un po’ sul suo tappetino, ci ha portati per 80 diram nel quartiere Habous. Qui abbiamo visto un'altra zona di negozietti di vario genere, tra cui il mercato delle spezie e le botteghe di henneiste, con un sacco di donne che si facevano decorare mani e piedi. Purtroppo tra le spezie c’erano anche delle povere tartarughe vive molto tristi e altri ingredienti strani che vengono usati per pozioni e rimedi, come pelli di camaleonte. In una zona di questo quartiere ci sono le bancarelle dei macellai, con carne di dromedario e altri animali e di fianco dei posti che ti grigliano la carne che hai appena comprato. Abbiamo deciso quindi di cenare in questo modo. Come accompagnamento alla carne ci hanno dato pomodori e cipolle grigliati e pane. Filippo era contentissimo di poter mangiare con le mani. In tutto abbiamo pagato l’equivalente di una decina di euro.
Per ritornare abbiamo preso un taxi di quelli rossi, decisamente più economico e inoltre la macchina sembrava stare meglio insieme. Non ho ancora parlato del traffico caotico e del codice della strada che è solo un’indicazione, non un obbligo… Il viaggio non è stato privo di brividi e sudori freddi!!
Prima di rientrare in hotel piccola sosta al bancomat, a un negozietto per l’acqua e quindi nanna!!!
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